"Non si può inferire quale sia il miglior approccio per il trattamento del problema di una persona se non si comprende la soggettività personale e unica di quell'individuo. [...] Le persone intraprendono un percorso non solo per assumere controllo su una tendenza che causa loro dei problemi, ma anche per superare o padroneggiare le tendenze che rendono incontrollabile una battaglia di questo tipo." Nancy McWilliams Mi sono laureato in Psicologia presso l'Università degli Studi di Firenze concludendo il percorso con merito. Post laurea ho effettuato il tirocinio pratico presso il "Centro di Riferimento Regionale Criticità Relazionali " di Careggi, presso il Dipartimento della Salute ed un tirocinio specialistico presso la Comunità Terapeutica Passaggio a Nord Ovest, residenza sanitaria psichiatrica di primo livello. Ad oggi psicoterapeuta in formazione all'ultimo anno di specializzazione presso la Scuola di psicoterapia Erich Fromm polo psicodinamiche. Durante la prima parte del mio percorso di studi teorico-pratici ho frequentato proficuamente corsi di formazione per acquisire la capacità nella gestione dei gruppi “alla Balint” (gruppi di supervisione) e dei “t-group” (gruppi sulla consapevolezza relazionale), oltre ad un Corso di Alta Formazione in Neuroscienze, tenuto dal Prof. Nikolaos Makris, professore associato di psichiatria e neurologia della Harvard Medical School. PERCHE' RIVOLGERSI AD UNO PSICOLOGO? Il mio lavoro si rivolge a chi, spinto dalle più varie motivazioni, senta un forte bisogno di cambiamento psicologico. Non credo che sia corretto dire semplicisticamente che chi si rivolge ad uno psicologo è una persona che ha dei problemi. Certo i problemi esistono, ma la persona che si rivolge allo psicologo è quella vuole fare qualcosa a riguardo. A volte la sofferenza psicologica può trasformarsi in un vero e proprio freno nella vita, portandoci a perdere fiducia nelle nostre capacità, portandoci a smettere di agire, a vivere la propria vita in balia di essa e non essere più capitani della propria barca, ma piuttosto fantasmi col pilota automatico. La sofferenza psichica può portare l'individuo ad "assentarsi dalla propria vita". Un percorso di cura, vuol dire andare a lavorare su questi elementi per giungere a riguardare la propria vita con altri occhi, dar voce a desideri, fantasie, paure e speranze negati o dimenticati con l'obiettivo di conseguire un reale cambiamento, ed acquisire nuovi modi di relazionarsi con le persone, con gli oggetti, ma anche e soprattutto con sé stessi. COME LAVORO? La passione per la Psicoanalisi e per i nuovi modelli relazionali hanno sicuramente influenzato la mia pratica clinica: il "modello relazionale interpersonale" tende ad inquadrare la personalità di un individuo e le sue difficoltà psicologiche collocandole all’interno del complesso mondo di relazioni in cui il soggetto vive. Il percorso di cura, attraverso la relazione tra psicologo e paziente, conduce il paziente a conseguire la chiave di lettura e di consapevolezza di questo mondo. Questo modello fa sì che il fulcro del percorso sia rappresentato dallo scioglimento delle varie sfumature affettive e comportamentali che si costituiscono all’interno di ciò che viene definito “spazio intersoggettivo”, uno spazio co-costruito dal professionista e dal paziente, nel Qui e Ora. All’interno di questo spazio si crea l'opportunità di un lavoro sulla consapevolezza dei propri desideri, fantasie e conoscenze che influenzano il nostro percorso di vita, rivedendo nel qui e ora le proiezioni del passato. Ritenendo la relazione fra psicologo e paziente come elemento fondamentale, il primo incontro è di conoscenza, da vivere con la libertà di decidere se iniziare o meno un percorso e, proprio per questa ragione, gratuito.

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